Subito dopo il recente congresso mondiale sul cancro del polmone di Toronto, in cui sono stati presentati i risultati del Nelson Trial -e di cui si è a lungo discusso durante il nostro 4° Meeting Nazionale-, vi è stata un’accelerazione dell’interesse medico-scientifico sulla possibilità di contrastare la pandemia di morti per cancro del polmone attraverso lo:
SCREENING DELLE POPOLAZIONI A RISCHIO MEDIANTE TAC TORACICA A BASSA DOSE DI RADIAZIONI
Qualche giorno fa è stata resa nota la posizione ufficiale della International Association for the Study of Lung Cancer (IASLC) che sollecita gli organismi sanitari di tutti i paesi del mondo a voler introdurre programmi nazionali di screening. Queste le parole usate: “The unanimous consensus of the committee’s screening experts is that now is the time for international leaders, governments, health care systems and other stakeholders to implement global lung cancer screening programs, as they do for breast cancer (mammography) and colon cancer (colonoscopy), which save the lives of countless individuals.” Qui il link all’intero articolo da noi tradotto in Italiano: https://www.alcase.eu/news/iaslc_screening_statement/
ALCASE, da parte sua, ha sempre sostenuto la necessità di implementare in Italia un programma nazionale di screening (altrove, negli USA per esempio, questi programmi nazionali sono già attivi da qualche anno), e sin dal 1/1/2016 ha lanciato una campagna ad hoc: https://www.alcase.eu/education/screening/campagna-nazionale-per-lo-screening/, che ha permesso fra l’altro di arrivare ad oltre 11.000 firme raggiunte sulla piattaforma Change.org.
Ora, è giunto il momento di dare un forte accelerazione alla nostra campagna, cominciando con questa lettera aperta al presidente Mattarella, che oggi (2/11/2016) è stata ricevuta in Quirinale e che qui di seguito riportiamo.
Chi lo volesse può scaricare qui il link della lettera e diffonderla fra parenti, amici, conoscenti….
Lettera aperta a:
Sergio Mattarella
Presidente della Repubblica Italiana
Palazzo del Quirinale
00186 Roma
Stimato Presidente
l’associazione nazionale The Alliance for Lung Cancer Advocacy Support and Education – Italian Chapter (ALCASE Italia), che ho l’onore di presiedere, è l’unica organizzazione non-profit italiana esclusivamente dedicata ai bisogni dei malati di cancro del polmone, dei loro familiari, e di tutte le persone a rischio di ammalarsi. Ed, appunto, per il bene di quest’ultima categoria di persone, quella a rischio, che le scrivo.
Lei saprà certamente che il tumore del polmone è molto frequente ed é soprattutto gravato da un indice di mortalità che lo rende la causa più frequente di morte per cancro nel nostro paese (dati AIOM-AIRTUM).
C’è un modo, però, per ridurre significativamente il numero di morti: implementare un programma nazionale di screening, mediante tomografia computerizzata del torace a bassa dose di radiazioni (TC).
Pochi giorni fa, alla conferenza mondiale sul cancro del polmone (IASLC-WCLC 2018 ) sono stati presentati i risultati, molto attesi, di un grande studio europeo (oltre 15.000 persone arruolate): lo studio Nelson. Lo studio dimostra una riduzione di almeno il 26% della mortalità per cancro del polmone nella popolazione sottoposta a screening con TC, rispetto alla popolazione di controllo non sottoposta a screening. Questi dati confermano definitivamente quelli del gigantesco trial americano, il National Lung Screening Trial (NLST) , condotto similmente su oltre 50.000 individui. Quest’ultimo studio aveva ottenuto, sempre con lo screening mediante TC, una riduzione del 20% delle morti per cancro del polmone.
Tornando ai dati italiani e applicando le percentuali di riduzione della mortalità ottenute nei due studi su citati, lo screening avrebbe potuto evitare qualcosa come il 20-26% dei 33.836 decessi per cancro al polmone avvenuti in Italia nel solo 2015. Considerando come reale il valore intermedio del 23% , 7.800 italiani avrebbero visto il loro tumore scoperto in uno stadio precoce di malattia, sarebbero state sottoposte ad intervento di resezione radicale definitiva, e sarebbero guariti. In teoria…
Nei fatti, il numero di 7.800 persone salvabili sovrastima un po’ il numero reale dei beneficiari dello screening, in quanto non tutti gli italiani, ma solo le persone a rischio di cancro al polmone andrebbero sottoposte a screening. Noi stimiamo, anche grazie al supporto esterno di esperti italiani di fama mondiale, che il 60% dei 33.836 decessi sia avvenuto nella sottopopolazione di forti fumatori, che costituiscono, appunto, la popolazione a rischio su accennata. Ciò si tradurrebbe in un numero di 4680 morti in meno.
Dunque, quasi 5.000 vite umane salvate in un solo anno!!
Alla luce di questi dati e di queste considerazioni, noi di ALCASE la preghiamo, Signor Presidente, di voler prender coscienza della enormità del danno, sociale ed individuale, provocato da un tumore che, non a caso, tutti conoscono come il Big Killer. E di prendere atto della possibilità concreta, oggi esistente, di limitarne gli effetti mortali, con una semplice riorganizzazione delle strutture sanitarie oggi esistenti, e con costi tutto sommato contenuti.
Quando, a seguito di una calamità naturale, è a rischio la vita di un gruppo di persone o anche di un solo essere umano, il nostro paese è capace di slanci di solidarietà incredibili e… non guarda certo alle spese! Perché di fronte a qualche migliaio di vite in pericolo -certamente salvabili- giriamo lo sguardo da un’altra parte?… Non è giusto, non è etico, non è da Italiani.
Dopo aver preso coscienza della tragedia silenziosa di migliaia di connazionali, la preghiamo poi di volersi attivare sollevando il problema in tutte le occasioni e in tutte le sedi in cui ve ne sia l’opportunità. La preghiamo di intercedere per noi con chi ha la responsabilità del governo del paese, perché nessun italiano venga abbandonato a morte certa se lo si può salvare. La imploriamo di dedicare un passaggio di uno o più discorsi pubblici a questa tragedia, ignorata da tutti e dai mass media in particolare.
Bisogna creare un movimento di empatia nei confronti di chi soffre di una malattia così grave. Bisogna creare una consapevolezza diffusa del fatto che esistono provvedimenti in grado di limitare realmente, già da oggi ed in maniera significativa, il dolore che il cancro del polmone provoca in una larga fetta della popolazione italiana.
Bisogna investire nella vita. No solo quella sotto riflettori dei media, ma anche quella di chi muore in silenzio fra le braccia della propria famiglia.
Signor Presidente, la sua funzione di garante del benessere di tutti i cittadini italiani la obbliga ad essere presente e ad impegnarsi in molteplici settori. Milioni di Italiani, che rischiano di essere le prossime vittime del Big Killer, la pregano di voler dare una risposta anche alla questione qui sollevata.
Noi tutti, la invitiamo a voler diventare il supremo “Advocate” della implementazione di un programma nazionale di screening per il cancro del polmone!
Boves, 13 ottobre 2018
Dea Anna Gatta
Presidente Alcase Italia