Carcinoma polmonare a cellule squamose

SqCLC

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Il carcinoma polmonare a cellule squamose (o squamocellulare), chiamato anche carcinoma epidermoide (o epidermoidale), con abbreviazione internazionale SqCLC (squamous cell lung carcinoma), rappresenta oggi circa il 30% di tutti i tumori polmonari.

Era molto più frequente in passato, quando era il tipo istologico più comune, colpendo il 60% dei pazienti con tumore del polmone: il cambiamento è avvenuto progressivamente negli ultimi 20 anni, prima negli USA, poi in Europa del nord e da ultimo in Italia.

Carcinoma squamoso

Il carcinoma polmonare a cellule squamose inizia nelle cellule squamose, cellule sottili e piatte che sembrano squame di pesce quando osservate al microscopio e che rivestono l’interno delle vie aeree nei polmoni.

Di solito si sviluppa nella parte centrale del polmone o in una delle prime vie aeree (bronco principale sinistro o destro). La posizione del tumore è responsabile di sintomi come tosse, difficoltà respiratorie, dolore toracico e sangue nell’espettorato.

Se il tumore aumenta di dimensione, una radiografia del torace o la tomografia computerizzata può rilevare una spessa e consolidata area polmonare con una più o meno grande cavitazione interna: si tratta di uno spazio pieno di gas o fluido all’interno della massa tumorale.  Questo è un classico segno di cancro polmonare a cellule squamose.

Il carcinoma polmonare a cellule squamose può diffondersi in più siti, tra cui cervello, colonna vertebrale e altre ossa, ghiandole surrenali e fegato.

È più fortemente associato al fumo rispetto a qualsiasi altro tipo di carcinoma polmonare non a piccole cellule. Altri fattori di rischio per il carcinoma polmonare a cellule squamose comprendono l’età, la storia familiare e l’esposizione al fumo passivo, a polvere di minerali e metalli, amianto o radon.

Diversi test vengono utilizzati per diagnosticare il carcinoma polmonare a cellule squamose e determinare se si è diffuso ad altre parti del corpo:

• Test di imaging
• Test di laboratorio
• Biopsie (una biopsia tissutale è l’unico modo per confermare una diagnosi di cancro ai polmoni.)

Gli approcci diagnostici utilizzati per un individuo dipenderanno dall’anamnesi e dalle condizioni mediche, dai sintomi, dalla posizione dei noduli e dagli stessi risultati dei test già effettuati.

L’analisi molecolare non viene normalmente raccomandata con un SqCLC poiché i marcatori molecolari (le caratteristiche), su cui i farmaci possono agire in maniera mirata, sono molto rari nell’SqCLC.   Ciò non è valido se il paziente è affetto/a da SqCLC e non ha mai fumato.

Le opzioni di trattamento approvate per il carcinoma polmonare a cellule squamose comprendono:

– Chirurgia
– Radioterapia
– Chemioterapia (da sola o in combinazione con farmaci biologici)
– Inibitori dell’angiogenesi
– Immunoterapia

Inoltre, sono in fase di studio nuovi trattamenti per il carcinoma polmonare a cellule squamose. Si può accedere a tali trattamenti solo entrando in una sperimentazione clinica.

Per lo SqCLC in stadio avanzato, le principali opzioni di trattamento sono la chemioterapia e l’immunoterapia.

La chemioterapia può includere una combinazione di farmaci tra cui cisplatino, carboplatino, paclitaxel, nab-paclitaxel, gemcitabina, docetaxel e vinorelbina.   Solitamente, il cisplatino o il carboplatino viene somministrato con uno degli altri farmaci sopra elencati.

Alla chemioterapia può essere aggiunto un anticorpo monoclinale ad azione antiangiogenetica per trattare lo SqCLC.

L’immunoterapia rappresenta un nuovo approccio per trattare lo SqCLC in stadio avanzato nei pazienti idonei. I farmaci immunoterapici agiscono attivando il sistema immunitario a combattere il tumore.

Per informazioni dettagliate sulle moderne opzioni di trattamento sullo SqCLC, si rimanda alle linee guida al trattamento del cancro al polmone stilate dalle maggiori società medico-scientifiche internazionali.

 

Dal 13 giugno 2024
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