Dopo Atezolizumab, anche Durvalumab risulta efficace nel microcitoma esteso.

Dopo Atezolizumab, anche Durvalumab risulta efficace nel microcitoma esteso.

Non molto tempo è passato dalla pubblicazione -sull’autorevole New England Journal of Medicine – dei risultati dello studio IMpower133 che estendevano -per la prima volta- l’indicazione degli immunoterapici (in quel caso l’Atezolizumab) al cancro del polmone a piccole cellule (SCLC) o microcitoma.  Ne abbiamo trattato diffusamente, in questa “Pillola dalla Ricerca“.

Nel novembre 2019, una conferma dell’efficacia degli immunoterapici nello SCLC (almeno nella malattia avanzata) è venuta da un altro studio internazionale, il CASPIAN trial, pubblicato anch’esso in un altrettanto prestigioso giornale di medicina inglese: The Lancet.   In questo caso, l’immunoterapico utilizzato studiato il Durvalumab.

Qui sotto l’immagine della pagina del giornale che contiene il titolo e l’abstract del lavoro, cliccando sul quale si più scaricare liberamente il PDF completo della pubblicazione.  Seguirà la nostra traduzione in Italiano dell’abstract e qualche mio personale breve commento.

Durlavumab in SCLC

Durvalumab più platino-etoposide confrontato a platino-etoposide nel trattamento di prima linea del carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio esteso (CASPIAN): uno studio randomizzato, controllato, in aperto, di fase 3

AUTORI:

Mikhail Dvorkin, MD
Yuanbin Chen, MD
Niels Reinmuth, MD
Prof. Katsuyuki Hotta, MD
Dmytro Trukhin, MD
et al.

Pubblicato: 04 ottobre 2019DOI: https: //doi.org/10.1016/S0140-6736 (19) 32222-6

Sommario

Introduzione
La maggior parte dei pazienti con carcinoma polmonare a piccole cellule (SCLC) presenta una malattia in stadio esteso alla diagnosi e la prognosi rimane insoddisfacente.  Recentemente, l’immunoterapia ha dimostrato una chiara attività clinica nel SCLCin stadio avanzato (ES-SCLC). Lo studio CASPIAN ha valutato durvalumab, con o senza tremelimumab, in associazione alla chemioterapia standard con etoposide più cisplatino o carboplatino (platino-etoposide) in pazienti con ES-SCLC, mai prima trattati.

Metodi
Questo studio di fase 3, randomizzato, in aperto, è stato condotto in 209 siti ospedalieri di 23 paesi. I pazienti eleggibili erano adulti con ES-SCLC non pre-trattato, in stato di validità 0 o 1 (WHO PS) e malattia misurabile secondo i Criteri di Valutazione della Risposta nei Tumori Solidi (criteri RECIST, versione 1.1).  I pazienti sono stati assegnati in modo casuale (in un rapporto 1: 1: 1) a durvalumab più platino-etoposide; durvalumab più tremelimumab più platino-etoposide; o l’associazione platino-etoposide da sola.  Tutti i farmaci sono stati somministrati per via endovenosa. Il platino-etoposide consisteva in etoposide 80–100 mg / m 2 nei giorni 1-3 del ciclo con scelta e, in base alla scelta libera dello sperimentatore di zona, carboplatino, 5–6 mg / mL al minuto, o cisplatino 75-80 mg / m 2 (somministrato il giorno 1 di ciascun ciclo).  I pazienti hanno ricevuto fino a quattro cicli di platino-etoposide più durvalumab 1500 mg con o senza tremelimumab 75 mg ogni 3 settimane seguiti da mantenimento di durvalumab 1500 mg ogni 4 settimane nei gruppi immunoterapici e fino a sei cicli di platino-etoposide ogni 3 settimane più profilassi con irradiazione cranica (a discrezione dello sperimentatore) nel gruppo platino-etoposide. L’endpoint primario era la sopravvivenza globale nella popolazione arruolata con l’intenzione di trattarla.  Riportiamo i risultati per il durvalumab più platino-etoposide rispetto al platino-etoposide, come da analisi intermedia pianificata. La sicurezza/tossicità dei farmaci è stata valutata in tutti i pazienti che hanno ricevuto almeno una dose del trattamento assegnato. Questo studio, registrato presso ClinicalTrials.gov, NCT03043872, è tuttora in corso.

Risultati
Tra il 27 marzo 2017 e il 29 maggio 2018 sono stati arruolati: 268 pazienti assegnati al gruppo durvalumab più platino-etoposide e 269 al gruppo platino-etoposide. Durvalumab più platino-etoposide è stato associato ad un significativo miglioramento della sopravvivenza globale, con un rapporto di rischio di 0 · 73 (IC 95% 0 · 59–0 · 91; p = 0 · 0047]); la sopravvivenza globale mediana è stata di 13 · 0 mesi (IC 95% 11 · 5–14 · 8) nel gruppo durvalumab più platino – etoposide rispetto a 10 · 3 mesi (9 · 3–11 · 2) nel gruppo platino – etoposide, con 34% (26 · 9–41 · 0) contro il 25% (18 · 4–31 · 6) di pazienti vivi a 18 mesi. Eventi avversi di grado 3 o 4 si sono verificati -globalmente- in 163 (62%) dei 265 pazienti trattati nel gruppo durvalumab più platino-etoposide e in 166 (62%) di 266 nel gruppo platino-etoposide; eventi avversi gravi, tali da portare a morte si sono verificati in 13 (5%) e 15 (6%) pazienti.

Interpretazione
L’aggiunta di Durvalumab in prima linea al platino-etoposide ha migliorato significativamente la sopravvivenza globale nei pazienti con ES-SCLC, rispetto al gruppo di controllo. I risultati sulla sicurezza e tossicità erano coerenti con i profili di sicurezza noti di tutti i farmaci somministrati.

Finanziamento
AstraZeneca.

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Con questo studio, di cui abbiamo parlato in vari post sulla nostra pagina principale di Facebook immediatamente dopo la pubblicazione dei dati su esposti  (accanto l’immagine del post che ha avuto più visualizzazioni e condivisioni lo scorso anno), viene ulteriormente rafforzata l’idea che l’immunoterapia ha un suo spazio anche nello SCLC.  E che questo spazio va ancora ulteriormente definito.

Come l’IMpower133, anche il CASPIAN è stato un grosso sforzo internazionale che ha valutato, ancora una volta, l’aggiunta della immunoterapia alla tradizionale chemioterapia per il SCLC esteso.

E, ancora una volta, l’immunoterapia dà qualcosa in più.  In realtà non si tratta di miglioramenti eclatanti, ma reali e statisticamente significativi.  Un’altro passo in avanti e nella giusta direzione.

Ora, davvero, abbiamo una nuova, seria opzione terapeutica per il SCLC…

Boves, 30-04-20

Gianfranco Buccheri

 

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