Scrivevamo, non molto tempo fa, che vi sono delle analisi genetiche da fare in tutti i tumori al polmone (perché esistono delle terapie mirate contro quelle particolari mutazioni), e delle altre che sarebbe assai opportuno fare (Analisi molecolari “obbligatorie”)…
L’uscita, piuttosto recente, di questo articolo sul più autorevole giornale di medicina, il New Engl. J. Med., ci obbligherà ad aggiornare quella pagina (dove la determinazione della mutazione MET non era consigliata). Anche perché non è solo il Tepotinib a possedere indubbie prove di efficacia nei tumori polmonari con mutazione MET, ma a lui si accompagna un’altro farmaco: il Capmatinib…
Ma non divaghiamo… Qui l’abstract originale dell’articolo sul Tepotinib, cui seguirà la sua traduzione in italiano, e come al solito, i miei commenti e conclusioni.
Chi vuole può leggere e scaricare gratuitamente l’intero articolo, seguendo questo link: https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2004407, o cliccando nell’immagine sottostante.
Ecco l’abstract originale:
Ed ecco la sua traduzione in Italiano:
ABSTRACT (sommario)
BACK-GROUND (contesto) Una mutazione nel sito di giunzione dell’esone 14 del gene MET si verifica nel 3-4% dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC). Abbiamo valutato l’efficacia e la sicurezza di Tepotinib, un inibitore del MET altamente selettivo, in questa popolazione di pazienti.
METODI In questo studio di fase 2 in aperto, abbiamo somministrato Tepotinib (alla dose di 500 mg) una volta al giorno in pazienti con NSCLC avanzato o metastatico con mutazione confermata del MET, esone 14. L’obiettivo primario dello studio era la risposta obiettiva, valutata da un team indipendente, in pazienti che avevano subito un follow-up di almeno 9 mesi. La risposta è stata anche analizzata in base alla presenza della mutazione MET sulla biopsia liquida o sulla biopsia tissutale.
RISULTATI Al 1 ° gennaio 2020, 152 pazienti in tutto avevano ricevuto Tepotinib e 99 pazienti erano stati seguiti per almeno 9 mesi. Nell’intero gruppo di studio, il tasso di risposta -mediante valutazione indipendente- è stato del 46% (intervallo di confidenza al 95% [CI], da 36% a 57%), con una durata mediana della risposta di 11,1 mesi (IC al 95%, da 7,2 a non essere stimabile). Il tasso di risposta è stato del 48% (IC 95%, 36-61), fra 66 pazienti nel gruppo biopsia liquida e del 50% (IC 95%, 37-63) nei 60 pazienti con biopsia tissutale; 27 pazienti hanno avuto risultati positivi con entrambi i metodi. Il tasso di risposta valutato dallo sperimentatore era del 56% (IC al 95%, da 45 a 66) ed era simile indipendentemente dalla precedente terapia ricevuta. Nel 28% dei pazienti sono stati riportati eventi avversi di grado 3 o superiore considerati dagli investigatori correlati alla terapia con Tepotinib, incluso l’edema periferico nel 7%. Gli eventi avversi hanno portato alla sospensione permanente di Tepotinib nell’11% dei pazienti. Una risposta molecolare, misurata nel DNA libero circolante, è stata osservata nel 67% dei pazienti con campioni di biopsia liquida abbinati, al basale e durante il trattamento.
CONCLUSIONI Tra i pazienti con NSCLC avanzato e una mutazione confermata della giunzione dell’esone 14 del MET, l’uso di Tepotinib è stato associato ad una risposta parziale in circa la metà dei pazienti. L’edema periferico era il principale effetto tossico di grado 3 o superiore. (Finanziato da Merck [Darmstadt, Germania]; numero VISION ClinicalTrials.gov, NCT02864992. Si apre in una nuova scheda.)
COMMENTO
Un ampio studio internazionale di fase II dà una chiara risposta: il Tepotinib, in pazienti con una particolare mutazione MET, la cosiddetta “skipping mutation” del gene MET esone 14, dà una percentuale di risposte obiettive che, anche quando valutate da esperti estranei -e perciò indipendenti dal team di ricerca-, si aggira intorno al 50%.
Vedremo quando, fra 1-2 anni, i dati di questo studio saranno maturi per una valutazione della sopravvivenza, quale ne sarà stato l’impatto. Certo, è fondamentale non saltare le tappe: serve almeno un studio controllato di buona qualità per esser certi dell’efficacia del Tepotinib nel prolungare la sopravvivenza.
Per intanto, dovrò al più presto inserire la mutazione – MET tra quelle per le quali è consigliabile la ricercare, in tutti i pazienti NSCLC, ma soprattutto in pazienti con adenocarcinoma. Il Tepotinib (come anche il Capmatinib cui accennavo prima) potrebbero fare la differenza…
Boves, 19-6-2020
Gianfranco Buccheri
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