Tripletta di aprile del NEJM.   Secondo studio: Pembro più chemio

Tripletta di aprile del NEJM. Secondo studio: Pembro più chemio

Il New England Journal of Medicine (nelle abbreviazioni: New Engl J Med o semplicemente NEJM) è la bibbia della medicina.  Tutti i medici ricercatori, di ogni disciplina e specialità, cercano di pubblicare su questa rivista americana perché un articolo lì publicato significa una visibilità che, per fare un esempio comprensibile a tutti, corrisponde a quella di un cantante che debutta a San Remo. Per i curiosi, cliccando sull’immagine sottostante si può apprezzare l’attuale classifica delle prime riviste mediche al mondo, anche se 20 anni fa ed ancor prima il NEJM era ugualmente al top…

Classifica mondiale dell’ Impact Factor (IF) per le riviste di Medicina

Ora, nel numero del 16 aprile 2018 del NEJM sono apparsi tre articoli scientifici, riguardanti l’immunoterapia del cancro al polmone.  Ovviamente, questi articoli hanno avuto una enorme eco, non solo scientifica, ma anche mediatica, e molti di questi echi sono stati ripresi e postati sui nostri social, in primis nella pagina FaceBook: ALCASE Italia per la lotta al cancro del polmone.

Qui riportiamo il secondo di questi articoli, che si può leggere in originale cliccando qui, o più avanti, sulla stessa immagine dell’abstract.

Si tratta di un ampio studio internazionale di fase III, randomizzato e controllato con placebo, in doppio cieco (cioè, per i non addetti ai lavori, il massimo della probabilità che una differenza, nei risultati dei due trattamenti a confronto, sia reale).  Lo studio ha reclutato oltre 600 pazienti da ogni parte del globo ed è stato supportato dalla casa farmaceutica produttrice del farmaco (Funded by Merck; KEYNOTE-189 ClinicalTrials.gov number, NCT02578680).   Il confronto effettuato era la chemioterapia standard (cisplatino e pemetrexed) vs. la stessa chemio più l’immunoterapico Pembrolizumab.  I soggetti randomizzati dovevano avere un cancro al polmone metastatico, di tipo non a piccole cellule, né squamoso (NSCLC non squamoso), né EGFR/ALK mutante, e non dovevano essere stati trattati in precedenza.  I risultati sono stati eclatanti a favore del Pembrolizumab, con un raddoppio della mediana della sopravvivenza libera da malattia a un anno e un aumento rilevante di quella globale.  E senza  significativi aumenti di tossicità.

Con questi risultati, e con la assoluta qualità tecnica dello studio in questione, è essere facili profeti nell’affermare che presto FDA ed EMA approveranno l’uso del Pembrolizumab in prima linea associato alla chemioterapia per tutti i pazienti metastatici alla diagnosi con NSCLC non squamoso (esclusi, ovviamente, i casi con attivazione EGFR/ALK).

“…overall survival at 12 months was 69.2% in the pembrolizumab-combination group versus 49.4% in the placebo-combination group”.

Segue l’immagine dell’abstract del lavoro, da cui -come già detto- si può accedere al file PDF del reprint dell’articolo e lo si può persino scaricare, se si vuole.

pembrolizumab plus chemotherapy vs. chemotherapy alone

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