Il New England Journal of Medicine (nelle abbreviazioni: New Engl J Med o semplicemente NEJM) è la bibbia della medicina. Tutti i medici ricercatori, di ogni disciplina e specialità, cercano di pubblicare su questa rivista americana perché un articolo lì publicato significa una visibilità che, per fare un esempio comprensibile a tutti, corrisponde a quella di un cantante che debutta a San Remo. Per i curiosi, cliccando sull’immagine sottostante si può apprezzare l’attuale classifica delle prime riviste mediche al mondo (ma in realtà 20 anni fa e prima ancora, il NEJM era ugualmente al top…).
Ora, nel numero del 16 aprile 2018 del NEJM sono apparsi tre articoli scientifici, riguardanti l’immunoterapia del cancro al polmone. Ovviamente, questi articoli hanno avuto una enorme eco, non solo scientifica, ma anche mediatica, e molti di questi echi sono stati ripresi e postati sui nostri social, in primis nella pagina FaceBook: ALCASE Italia per la lotta al cancro del polmone.
Qui riportiamo il primo di questi articoli, che si può leggere in originale cliccando qui, o più avanti, sulla stessa immagine dell’abstract.
Si tratta di un piccolo studio esplorativo (pilot study) che include 21 pazienti con tumore polmonare asportabile chirurgicamente (stadi di malattia: I, II e IIIa) che furono trattati con 2 cicli di Nivolumab in neo-adiuvante (qualunque terapia medica, fatta prima di un intervento chirurgico con lo scopo di rendere questo più efficace, è chiamata neo-adiuvante). Classicamente, è la chemioterapia che è data in neo-adiuvante.
Lo studio è stato condotto da un team australiano-statunitense in maniera tecnicamente ineccepibile, ma rimane pur sempre uno piccolo studio di fase II. Ci si potrebbe allora domandare allora derivi l’interesse del NEJM che ne ha pubblicato i risultati. Semplice. Innanzitutto, lo studio apre la porta ad un possibile nuovo uso della immunoterapia nel cancro al polmone (quello nella malattia in stadio iniziale e segnatamente come trattamento alternativo alla chemioterapia in ambito neo-adiuvante). Poi, i risultati sono incredibilmente buoni e, se confermati, determineranno una piccola rivoluzione nel trattamento del cancro del polmone in fase iniziale, come è già stato per quello in stadio avanzato e metastatico.
Il Dr. P.M. Forde e colleghi, autori dello studio, ne riassumo i principali risultati con queste parole:
“Neoadjuvant nivolumab was associated with few side effects, did not delay surgery, and induced a major pathological response in 45% of resected tumors“. (Ovvero: Il trattamento neo-adiuvante con Nivolumab ha avuto pochi effetti collaterali, non ha rimandato lo chirurgia, ed è stato associato a una risposta patologica completa o parziale nel 45% dei tumori asportati).
45% di risposta patologica (cioè certa) solo con 2 cicli di Nivolumab!… E’ questo che colpisce!
Segue l’immagine dell’abstract del lavoro, da cui -come già detto- si può accedere al file PDF del reprint dell’articolo e lo si può persino scaricare, se si vuole.