Un immunoterapico può portare polmonite come il covid 19?

Un immunoterapico può portare polmonite come il covid 19?

CONTESTO

KEYTRUDA viene somministrato in ospedale o in una clinica sotto la supervisione di un medico esperto, il quale somministra il farmaco tramite un’infusione endovena che ha una durata di 30 minuti.

Come tutti i medicinali, KEYTRUDA può causare effetti indesiderati sebbene non tutte le persone li manifestino. Quando si assume il farmaco, possono verificarsi alcuni effetti indesiderati gravi che possono a volte diventare potenzialmente pericolosi per la vita e possono portare alla morte. Questi effetti indesiderati possono manifestarsi in qualsiasi momento durante il trattamento o anche dopo la fine del trattamento. È possibile che si verifichi più di un effetto indesiderato allo stesso tempo. È molto importante riferire ogni sintomo avvertito durante l’assunzione al medico che può fornire altri medicinali per prevenire complicanze più gravi e ridurre i sintomi avvertiti o può sospendere la dose successiva oppure interrompere il trattamento. Ulteriori informazioni sugli effetti indesiderati si possono visionare A QUESTO LINK


Buongiorno, dottoressa.

Volevo sapere se ci sono controindicazioni a proseguire terapia con Pembrolizumab (in 2 anni ha mostrato ottimi risultati a livello di regressione tumorale ed effetti collaterali accettabili) in relazione al rischio di infettarsi di coronavirus?

Un effetto collaterale del pembrolizumab è quello di provocare polmonite autoimmune, come il coronavirus può provocare polmonite interstiziale.

Preciso che mio padre ha avuto polmonite batterica a febbraio, diagnosticata a mezzo tac mdc.

La ringrazio.

Rossella

Gentile Rossella...

come lei ben dice, la terapia con Pembrolizumab per 2 anni (ed oltre, in alcuni casi) ha dato ottimi risultati sia in termini di risposta (riduzione delle dimensione della massa tumorale) sia in termini di arresto della progressione della malattia.

È vero anche che la polmonite è uno degli effetti collaterali dell´Immunoterapia più temuto.
Tuttavia il 
rischio maggiore di contrarre infezioni, in particolare al momento da Coronavirus, non dipende tanto da se si è o meno in terapia, ma piuttosto dai valori dei suoi globuli.
Infatti, avere globuli bianchi bassi (in particolare neutrofili e linfociti) aumenta il rischio di infezioni. Molti pazienti, che hanno valori bassi, seguono o hanno seguito in passato, in aggiunta all´immunoterapia, chemioterapie citotossiche come il cis o carboplatino.

È bene quindi, valutare i rischi verso i benefici di continuare l´immunoterapia nei diversi singoli casi, soprattutto nel caso in cui il paziente abbia già avuto polmonite in precedenza (immagino che per continuare la terapia, la polmonite batterica di suo padre sia stata trattata con successo con antibiotici).

Se il sistema immunitario del paziente ed i valori dei suoi globuli sono nella norma, e se soprattutto sta rispondendo bene al trattamento, non vedo perché sospendere l´immunoterapia.

Fermo restante, che i malati oncologici restano categorie a rischio e devono ancor di più adempiere alle misure di sicurezza alle quali tutti siamo invitati, quali mantenere la distanza di sicurezza da chiunque (familiari con i quali si convive, esclusi) di almeno 1,5 m, uscire solo se strettamente necessario e provvisti di mascherina (in quanto soggetto a rischio), lavarsi spesso le mani, disinfettare superfici come bagni, tavoli da pranzo e scrivanie.

Cordiali Saluti,

Dott.ssa
Virginia Castiglia

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