Buonasera Dott.ssa.
Sono interessato a conoscere i centri dove viene effettuata la sperimentazione
NIVOLUMAB / INTERLUCHINA nel Nord Italia, ma non riesco a recuperarla in internet.
Cordiali saluti
Aristide
Gentile Aristide...
l’interleuchina 2 (alla quale immagino lei si riferisca) è una proteina ricombinante che svolge un ruolo essenziale nello sviluppo e nella funzione di uno spettro di cellule T, comprese le cellule T regolatorie, una popolazione naturale di cellule T CD4+ che sono vitali per il controllo delle risposte infiammatorie. Di conseguenza, l’IL-2 ha numerosi effetti antitumorali, tra cui la stimolazione della proliferazione e della funzione delle cellule T, l’aumento della proliferazione naturale delle cellule killer, dell’attività citotossica e l’attivazione del rilascio da parte dei linfociti attivati di citochine, come l’interferone gamma, e il fattore di necrosi tumorale.
IL-2 è stato approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense nel 1992 per il trattamento del carcinoma a cellule renali metastatiche (mRCC) e per il melanoma metastatico (mM) nel 1998, dopo che studi clinici hanno dimostrato che era in grado di indurre risposte complete (CRs) in una minoranza di pazienti. In seguito alla sua approvazione per mRCC, un successivo studio clinico ha studiato l’uso di regimi a basse dosi, ma ha concluso che sono stati osservati risultati superiori con l’IL-2.5 ad alte dosi (HD). Da allora, l’HD IL-2 è rimasto uno dei pochi trattamenti per mRCC e mM con la capacità di produrre una risposta completa che sono durevoli per decenni senza ulteriori terapie. Tuttavia la somministrazione di HD IL-2 è associata a tossicità acute a breve termine. Una delle sue tossicità più significative e’ l’ ipotensione e riduzione della perfusione degli organi che può essere grave ma che è gestibile e si inverte al termine della terapia. La somministrazione di HD IL-2 richiede il ricovero ospedaliero con monitoraggio intensivo, in centri specializzati con personale esperto nella gestione di questo regime e dei suoi effetti collaterali. Quindi, non tutte le pratiche oncologiche hanno sviluppato un programma di terapia con l’IL-2 e i riferimenti ai centri specializzati ne hanno limitato l’utilizzo.
Negli ultimi anni diverse terapie mirate e terapie con inibitori dei check points (ad esempio PD-1/PDL1) sono state introdotte e sono diventate terapia di prima linea per mRCC e mM, in parte grazie alla facilità di somministrazione.
Tuttavia, come da lei puntualizzato, diversi studi clinici stanno valutando la combinazione di inibitori dei checkpoints con alti dosi di IL-2.
In particolare le segnalo lo studio PIVOT-02 che utilizza l’ agente NKTR-214 (che mimica la funzione dell’ interleuchina 2) in combinazione con diversi inibitori dei checkpoints attivo a Milano, Napoli, Roma, Siena e Buriasco: https://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT02983045#contacts
Cordiali Saluti,
Dott.ssa Virginia Castiglia
Riferimenti:
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