CONTESTO:
Dopo quanto tempo si vedono i risultati della terapia con gli inibitori del checkpoint immunitario?
Di tutti i pazienti che hanno risposto al trattamento nelle sperimentazioni mediche, circa la metà hanno visto il proprio tumore rispondere nell’arco di 6/8 settimane. Ma a circa un’altra metà di pazienti può essere necessario più tempo, fino anche a sei mesi. Nelle sperimentazioni cliniche con nivolumab che hanno portato alla prima approvazione da parte dell’ FDA di un inibitore del checkpoint, il tempo medio per l’inizio della risposta al trattamento era di 3,3 mesi. In una piccola parte di pazienti, a seguito della TAC il tumore può sembrare peggiorare all’inizio e poi migliorare, oppure possono esserci nuove aree tumorali. I dottori hanno coniato il termine pseudoprogressione per descrivere questa situazione. Una teoria esplicativa del fenomeno potrebbe essere quella secondo cui, quando i linfociti cominciano ad attaccare un tumore il tumore si ingrandisca, perché un grande numero di cellule T penetrano nel tumore per ripulirlo, per poi diminuire nuovamente quando le cellule cancerogene muoiono. Perciò, alcuni tumori che inizialmente sembrano più grossi sulle scansioni TAC sono più grossi perché il sistema immunitario sta attaccando il cancro e non perché le cellule cancerogene stanno proliferando. (da Immunotherapy by LUNGevity, traduzione italiana a cura di ALCASE Italia).
Gent ma Dott.ssa,
volevo chiedere se un aumento della lesione principale (linfonodi e altri noduli stabili) in seguito alla terapia con Pembrolizumab infusa da un anno, può essere ritenuto normale o se è necessario cambiare cura. Questo nell’ adenocarcinoma in stadio avanzato .
Grazie
Cordiali saluti.
Sabrina
Gentilissima Sabrina...
purtroppo solo il radiologo può, comparando le immagini del nuovo esame con gli esami precedenti, capire se ci sia pseudoprogressione o progressione reale della malattia o meno.
L´ oncologo, da parte sua, valuterà in seguito se cambiare piano terapeutico o meno.
Si ricordi che ad ogni momento può richiedere le immagini dei suoi esami su CD-ROM al suo medico e richiedere un secondo parere radiologico ed oncologico qualora ne sentisse la necessità.
Saluti,
Dott. ssa Virginia Castiglia
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