CONTESTO: Biopsia escissionale in videotoracoscopia
Quando l’agoaspirato/agobiopsia sotto guida TC non è risultato diagnostico, oppure non è tecnicamente eseguibile oppure è eseguibile ma con una resa diagnostica prevista bassa, un’alternativa nella diagnosi del NPS è rappresentata dalla biopsia escissionale in videotoracoscopia (VATS). Questa procedura, che consiste nell’asportazione a scopo diagnostico del nodulo mediante una resezione atipica in VATS, può anche essere impiegata in prima istanza e in casi selezionati nel paziente con sospetta neoplasia candidabile a trattamento chirurgico. La scelta tra queste due procedure (agoaspirato/agobiopsia sotto guida TC vs biopsia escissionale in VATS) dovrà tuttavia essere sempre valutata caso per caso in ambito multidisciplinare, tenendo presente i limiti e i vantaggi rispettivi.
Fonte: Rete Oncologica del Piemonte e della valle d’Aosta
Nota
La videotoracoscopia o VATS, dall’acronimo inglese Video-assisted thoracoscopic surgery, è un tipo di intervento chirurgico e tecnica diagnostica mini-invasiva avanzata nata dalla tecnica diagnostica toracoscopia
Buongiorno carissimo dottore.
Mi presento, mi chiamo Giovanna.
Volevo raccontarle la mia storia per avere un suo parere, visto che il mio medico di base non è d’accordo.
A gennaio del 2014 sono stata operata per un carcinoma differenziato alla tiroide con successiva terapia con radioiodio.
A seguito, sempre tramite follow up da un’ecografia al collo per linfonodi ingrossati (successivamente operata nel marzo 2019 per un sospetto linfoma a basso rischio con esito negativo), mi riscontrano un linfonodo sovraclaveare.
Faccio pet e tac che evidenziano un nodulo all’apice del polmone inferiore sinistro e un nodulo al pericardio. Vengo operata ad aprile del 2018 tramite vats. Viene eseguita una resezione atipica di 10 cm e viene asportato anche il nodulo al pericardio.
Non ho fatto terapie.
L’esito istologico è stato tumore miofibroblastico infiammatorio con alk positivo .
Ad oggi faccio i miei controlli regolarmente.
La mia domanda è la seguente: per questa emergenza sanitaria covid-19 sono un soggetto a rischio visto la mia patologia pregressa? Lavoro in un settore di pulizie in una fonderia idonea al lavoro ma con limitazioni …
Il mio medico non vuole concedermi dei giorni di congedo.
Ho il diritto di stare a casa per questo motivo?
La ringrazio anticipatamente e la ringrazio per la sua attenzione… nell’attesa di un suo riscontro le porgo i miei saluti.
Giovanna
Carissima Maria Giovanna...
le scrivo con piacere. In primis le sono davvero vicino umanamente perché per i malati oncologici credo che affrontare questa fase sia alquanto difficile. Tante sono le ansie presenti e future dei malati oncologici a cui si sommano le preoccupazioni per essere più a rischio di essere colpiti dal Covid-19.
Bisogna dire chiaramente che i malati oncologici sono in linea teorica più a rischio, ma al tempo stesso è importante chiarire che non tutti i tumori sono uguali. Nel suo caso di tumore polmonare, si trattava di un tipo molto raro ma che si riesce a controllare, diversamente dalle forme “classiche” del tumore polmonare che purtroppo rappresentano, quando curabili, delle patologie croniche che riusciamo sì a controllare in certi casi, ma con cui dobbiamo spesso convivere a lungo.
Certamente un minimo teorico rischio di contagio viene calcolato per ogni lavoratore, e lievemente maggiore in linea teorica in chi ha avuto un tumore in passato. Non so e non credo onestamente che tale rischio rappresenti un pericolo alla sua salute.
Di certo, se avesse avuto un enfisema polmonare o il diabete, avrebbe avuto anche in questo caso un aumento del rischio.
Non ho dati per dirle quanto tale rischio sia, ma trovo ragionevole, vista la giovane età, muoversi fuori casa con tutte le precauzioni del caso ma anche con la fiducia che ognuno di noi deve avere in questa fase di ripartenza per il nostro Paese.
Le auguro il meglio e cerchi di recuperare un rapporto con il suo medico curante poiché fa parte di quelle figure che possono maggiormente farvi sentire “vicino” l’intero sistema sanitario.
Con affetto,
Prof. Filippo Lococo
Professore Associato in Chirurgia Toracica
IRCCS-Fondazione Policlinico Gemelli,
Università Cattolica del sacro Cuore
Roma, Italia
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