Valutazione della risposta obiettiva

Valutazione della risposta obiettiva

La rubrica GLI ESPERTI RISPONDONO è di libero accesso, ma l’interazione diretta con gli specialisti
è riservata ai soli SUPPORTER di ALCASE.

CONTESTO

La valutazione della crescita tumorale e della proliferazione delle cellule tumorali nei pazienti è importante sia per giudicare l’efficacia del trattamento individuale sia per la valutazione delle terapie negli studi clinici. L’EORTC è stata tra le organizzazioni internazionali che hanno sviluppato RECIST (Response Evaluation Criteria in Solid Tumors), un metodo per determinare se i dati di misurazione del tumore possono consentire di concludere che la malattia di un paziente è migliorata, rimasta pressoché invariata o peggiorata.
La tomografia a emissione di positroni (o PET) dà informazioni di tipo fisiologico permettendo di ottenere mappe dei processi funzionali all’interno del corpo.
La valutazione delle aree ipercaptanti sulle immagini di norma viene fatta in maniera qualitativa da medici esperti; tuttavia esistono dei casi dubbi in cui un’analisi semi-quantitativa può essere utile. Il principale parametro utilizzato in tal senso è il SUV (Standardized Uptake Value) che si può calcolare su ogni area dubbia mediante la seguente formula:

risposta obiettiva

Tale rapporto mostra quante volte capta di più (o di meno) l’area interessata rispetto a quanto capterebbe un’area di uguale massa. Il calcolo del SUV poi può essere ulteriormente corretto per altri parametri, come la superficie corporea o la massa magra. Di solito viene usato nella valutazioni il valore più alto di SUV rilevato a livello delle lesioni studiate (SUVmax). Altri modelli più accurati si basano sull’analisi della cinetica di captazione, rilevata tramite acquisizioni e misurazioni del pool circolante seriate.
Molti studi che valutano la risposta alle terapie citostatiche si avvalgono di misurazioni seriate del SUV in più scansioni nel tempo sulle lesioni per quantificare la riuscita dei trattamenti. Questo perché la PET ha una risoluzione spaziale minima di un cubo di 5 mm di lato, e quindi consente un’ottima valutazione (anche se non garantisce la scomparsa di malattia sotto questo valore) che arriva a fare stime sul singolo grammo di tessuto.

Fonti: Criteri Recist e  Percist per la valutazione della Risposta Obiettiva al trattamento, Tomografia a emissione di positroni


Buonasera Dott. Cappuzzo,

Le scrivo per capirci di più e fugare dei dubbi…

Nel caso di tumore metastatico, qualora la PET non dovesse rilevare nuove localizzazioni, ma un lieve aumento del SUV nella lesione principale (nel caso specifico da 1.5 a 2.4), si considera la malattia in progressione? O, meglio, sarebbe previsto il cambiamento di terapia?

La ringrazio per l’attenzione

Valentina

Gentile Valentina...

il SUV non è un criterio che consente di capire la risposta a una terapia o l’evoluzione di malattia

oncologia polmonare

Cordialmente

Federico Cappuzzo MD
Director Oncology and Hematology Department

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