Riceviamo...
… la testimonianza di una moglie che racconta l’approccio confuso, impreciso e distaccato del percorso diagnostico, alla fine del quale è stata consegnata la diagnosi su un freddo referto cartaceo.
Sappiamo, e ne siamo sollevati, che ora hanno trovato dei medici competenti ed eticamente corretti. Perché oncologi attenti, che sappiano comunicare senza ferire, ne esistono… Bisogna trovarli!
Ho sempre avuto paura di parlarne in pubblico per le conseguenze. A fine novembre, dopo tanti mesi di indagini che ci hanno sviato dal problema vero, mio marito ha perso la vista laterale. L’ ho costretto ad andare al pronto soccorso: voleva andare a lavorare!
Il neurologo mi chiama dopo la tac urgente alla testa e, senza alcun calore umano, mi mostra una lesione alla testa!
Giuro che volevo morire dalla paura! Ho avuto una crisi di panico e lui, dopo essersi scusato, mi prescrive Lexotan e antidepressivi.
Al pronto soccorso di notte si susseguono cinque medici diversi, ognuno dice una cosa diversa ma una dottoressa bionda, piena di sé, giovane (35/40) e presuntuosa mi dice con indifferenza e senza filtri ”sono metastasi”. Con una freddezza e totale mancanza di calore umano che giuro non dimenticherò mai… MAI!
Sto ancora aspettando di rivederla, quando avrò una colica renale, per dirle che un giorno lei potrebbe essere lì al posto mio…o suo ! Non glielo auguro per umanità ma…
Non avevano neanche la tac con contrasto per verificare ciò che aveva detto il neurochirurgo, gli altri avevano scritto “ischemia”…
Mi viene da urlare solo a pensarci… Mio marito é tutta la mia vita, l’unico che si sia mai occupato di me da quando sono nata!
Cassandra