Riportiamo...
alcune considerazioni, ovviamente personali, espresse dai componenti di un gruppo della Community social di ALCASE circa il diverso modo di comunicare ed interagire degli oncologi con i pazienti che hanno in cura o che richiedono un consulto.
Le riflessioni sono iniziate con questo pensiero:
Ciao gruppo bello.
Fra pochi giorni farò la visita mensile per il ritiro di [omissis].
E come al solito il mio oncologo sarà cortese e impersonale.
Nel gruppo ho notato che è quasi la norma e mi sono chiesta il perché.
Io penso che il lavoro dell’ oncologo sia estremamente duro, essere a contatto con persone, molte delle quali hanno la strada già segnata e conoscere in anticipo il percorso che dovranno affrontare, credo sia difficile da gestire emotivamente per chiunque. A maggior ragione per il medico che ci segue passo passo.
Secondo me sembrano freddi e distaccati, ma gioiscono e soffrono per ciascuno di noi. Quindi, cari Dottori, anche se fate un po’ i burberi, io sento che fate tutto il possibile per aiutarci. E vi ringrazio con tutto il cuore. (Franca)
• Io oramai, quando vado in ospedale ogni mese … non ho mai la stessa oncologa e quindi ho dato loro nomignoli, del tipo “la simpatica”, “la acida” , “l’antipatica” (Daniela)
• Fanno yoga; sono impermeabili alle emozioni! (Aldo)
• Pensavo che solo il mio fosse un iceberg. (Enza)
• Io sono stata fortunata, non altrettanto quando ho chiesto un secondo parere da un luminare a [omissis]… Ma invece i miei oncologi sono due. Purtroppo il mio oncologo primario ha problemi di salute e non svolge più il suo ruolo con noi pazienti e mi dispiace tanto, prego spesso per lui. La ragazza che lo affianca e che preso il suo posto e che è sempre stata a fianco a lui nello svolgere le visite è in gamba, professionale e soprattutto umana.
Penso che sia importante, anzi basilare, e che faccia PARTE ESSENZIALE DELLA CURA essere almeno sorridenti e non far sentire il paziente solo un numero. Ci sono medici top che fanno pagare 360 euro a visita per annientarti psicologicamente, senza alcun tatto e senza spiegarti nulla. Purtroppo una signora mi ha raccontato ben di peggio, di medici che si rapportano anche in modo maleducato e arrogante. Il mio primo oncologo passava per avere un carattere serio e poco simpatico, professionale sì, ma io ho sempre percepito la sua umanità e col tempo ha iniziato a scherzare e non aveva mai fretta di chiudere una visita, nonostante le domande che ponevo su integratori o altro fossero sempre le stesse. Grazie ai miei medici che mi danno sempre speranza fin dall’inizio, al contrario di un altro incontrato. Forza a tutti! (Daria)
• Io tutti i mesi ho sempre lo stesso perché lui ha organizzato in modo che il ritiro mensile del farmaco fosse quando lui è di turno. Anche lui è di poche parole… ma secondo me è un’autodifesa perché deve essere emotivamente pesante condividere il fardello di ciascuno…(Angela)
• Il mio oncologo, seppur misurato, ha sempre piccoli gesti empatici che io apprezzo molto. (Valeria)
• Io aggiungo, dalla mia esperienza, che sono anche oberati di pazienti. Ma nessun motivo deve essere valido per perdere l’empatia. (Susi)