NOI MALATI DI CANCRO DEL POLMONE IN TEMPI DI COVID 19
Ho un adenocarcinoma Ros1 al 4 stadio dal luglio 2018 .
I primi mesi, quando la mia aspettativa di vita, secondo i medici che per i primi mi hanno curato, sarebbe arrivata a stento a fine anno, ho vissuto dandomi coraggio con il confronto affettuoso di famigliari, amici e colleghi.
Devo a tutti loro la forza di aver affrontato questo personale terremoto, per la loro presenza costante, le loro attenzioni, la compagnia, gli abbracci, il cocomero fresco portato alle 11 di sera all’ospedale, grandi piccoli gesti e frasi che mi hanno dato un sostegno incredibile.
Adesso da giorni sono in casa. Dal 26 di Febbraio, sono uscita una volta per andare a far la spesa e una per recarmi dal medico di base e in farmacia. Ho cercato di avere meno contatti possibili, non vedo mia sorella da allora e nemmeno le mie amiche, ho visto a distanza la mia amica/ vicina e mio figlio quando mi ha accompagnato dall’oncologo a Parma.
La solitudine, che non é mai stata mia nemica, ora sta diventando pesante, mi mancano abbracci, odori; mi manca vedere gli occhi di un’altra persona quando mi parla, eppure faccio tutto con la consapevolezza che questa è una terapia, mi sto proteggendo e cerco di rimanere in salute.
Tutti i giorni mi alzo, mi vesto, faccio varie faccende in casa, chiacchiero al telefono, faccio cyclette, ma come poche volte mi è successo mi sento fragilissima, perché non sono sicura di poter affrontare eventualmente questo virus.
Normalmente sarei andata a passeggiare in spiaggia, il rumore e l’odore del mare mi avrebbero cullato e consolato, ma adesso non posso.
Credo di avere paura come noi tutti malati, però sono in un gruppo di pazienti di cancro al polmone e questo gruppo così bello, ci fa sentire vicini e possiamo fare domande e dire cose che stentiamo a dire altrove.
Un grande abbraccio a tutti, agli altri amministratori del gruppo ALCASE Italia e ai compagni di “viaggio” .
Valeria
Pubblicato anche su Notizeora dalla giornalista Angelina Tortora
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