Oggi vorrei parlarvi di un’altro duro colpo appena inferto all’uso della chemioterapia nel cancro del polmone: il colpo, questa volta, e’ stato assestato dai primi risultati dello studio “CheckMate-227“
In queste settimane sono stati pubblicati, in diverse riviste scientifiche internazionali, numerosi report sui primi risultati dello studio CheckMate-227, appena resi noti, che dimostrerebbero la superiorità dell’ immunoterapia (in questo caso Nivolumab più Ipilimumab), rispetto al trattamento standard di prima linea del NSCLC avanzato (cancro al polmone non di piccole cellule, nell’acronimo inglese correntemente usato). Come in precedenza, quando il farmaco studiato era stato il Pembrolizumab, l’ immunoterapia si è rilevata più efficace della chemioterapia in pazienti selezionati con NSCLC avanzato non precedentemente trattato. Nello studio precedente la selezione era fatta in base a livelli elevati di PD-L1 (e per quel gruppo di pazienti ora il Pembrolizumab è approvato sia in America dalla FDA, che in Europa dall’EMA), nel CheckMate-227 la selezione era fatta sulla base di un nuovo indicatore di possibile efficacia dell’immunoterapia: l’elevato carico mutazionale delle cellule tumorali (TMB).
C’ è da dire che per la combinazione Nivolumab/Ipimilumab e il parametro predittivo TMB i dati non sono ancora definitivi: manca l’analisi della sopravvivenza globale (il principale end-point degli studi clinici di questo tipo) e soprattutto la pubblicazione dei dati definitivi di questa prima analisi. Ma possiamo già scommettere che, presto, a conferma avvenuta, una nuova prassi terapeutica si farà strada nel trattamento di prima linea del NSCLC avanzato. Una prassi che comporterà una ulteriore riduzione dell’uso della chemioterapia …
Vi presento ora la traduzione in italiano del post ASCO (uno di quei report cui prima si faceva riferimento), per chi avesse voglia di approfondire l’argomento.
La sopravvivenza libera da progressione di malattia e’ superiore con Nivolumab più Ipilimumab, in prima linea di trattamento, rispetto alla chemioterapia, nel cancro del polmone non a piccole cellule (NSCLC ) con elevato carico mutazionale del tumore
The ASCO Post
Inserito: 2/7/2018 4:03:30 PM
Ultimo aggiornamento: 2/7/2018 4:03:30 PM
Lo studio clinico di fase III, noto come “CheckMate-227” ha appena raggiunto uno dei suoi due obiettivi principali, l’ “endpoint coprimario” della sopravvivenza libera da progressione di malattia. Lo studio confronta nella prima linea di trattamento la combinazione di nivolumab (Opdivo) più ipilimumab (Yervoy) con la chemioterapia (che costituisce lo standard terapeutico attuale), nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) il cui tumore presenta un alto carico mutazionale (≥ 10 mutazioni / megabase), indipendentemente dall’espressione del ligando per la proteina della morte programmata 1 (PD-L1). Nello studio, il carico di mutazione tumorale è stato valutato utilizzando il test, validato analiticamente, FoundationOne CDx.
Lo studio non è stato ancora arrestato mancando un’analisi della sopravvivenza globale, come raccomandato dal comitato di monitoraggio dei dati.
Il profilo di sicurezza era coerente con i risultati precedentemente riportati nel NSCLC in prima linea per l’associazione di nivolumab a 3 mg / kg ogni 2 settimane e ipilimumab a basso dosaggio (1 mg / kg) ogni 6 settimane.
“Il carico di mutazione del tumore è emerso come un importante biomarker per l’attività della immunoterapia. Per la prima volta, questo studio di fase III mostra una sopravvivenza libera da progressione superiore con immunoterapia combinata di prima linea in una popolazione predefinita di pazienti affetti da NSCLC con alto carico di mutazione tumorale “, ha detto Matthew D. Hellmann, MD, ricercatore e oncologo presso Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York. “CheckMate-227 ha mostrato che il carico di mutazione del tumore è un importante biomarcatore predittivo indipendente, in grado identificare una popolazione di pazienti con NSCLC di prima linea che possono trarre beneficio dalla combinazione nivolumab-ipilimumab”.
Informazioni sul CheckMate-227
Il CheckMate-227 è uno studio di fase III in aperto con oltre 2.500 pazienti randomizzati con istologia non squamosa e squamosa, che valuta i regimi basati su nivolumab rispetto alla chemioterapia a due farmaci di cui uno è un derivato del platino (standard di trattamento attuale) in pazienti con NSCLC avanzato nella prima linea di trattamento. Questo ampio programma di studio, il CheckMate-227, comprende in realtà tre parti: le parti 1a e 1b e la parte 2.
La parte 1a sta valutando nivolumab più ipilimumab e nivolumab in monoterapia rispetto alla chemioterapia in pazienti i cui tumori esprimono PD-L1. La parte 1b ha valutato nivolumab più ipilimumab e nivolumab più chemioterapia e chemioterapia in pazienti i cui tumori non esprimono PD-L1. I livelli di espressione di PD-L1 sono stati valutati utilizzando la diagnostica PD-L1 IHC 28-8 pharmD sviluppata da Dako.
L’annuncio di questi primi risultati riguarda un’analisi dei pazienti dei bracci nivolumab-ipilimumab e dei bracci chemioterapici attraverso tutta la parte 1. Vi sono due endpoint coprimari nella parte 1 per la combinazione nivolumab più ipilimumab: sopravvivenza globale nei pazienti i cui tumori esprimono PD- L1 (valutato in pazienti arruolati nella parte 1a) e sopravvivenza libera da progressione in pazienti con alto carico di mutazione tumorale, indipendentemente dall’espressione di PD-L1 (valutata in pazienti arruolati nelle parti 1a e 1b). Circa il 45% dei pazienti valutabili per carico di mutazioni tumorali presentavano tumori che esprimevano un elevato carico di mutazione tumorale (≥10 mutazioni / megabase) nello studio.
La parte 2 sta valutando nivolumab più chemioterapia e chemioterapia in una vasta popolazione con un endpoint primario di sopravvivenza globale.
Il contenuto di questo post non è stato esaminato dall’American Society of Clinical Oncology, Inc. (ASCO®) e non riflette necessariamente le idee e le opinioni di ASCO®
Gianfranco Buccheri
[/cmsms_icon_box]
Leave a Reply